Il disagio abitativo in Italia e quindi in Liguria è un problema strutturale che la recessione prima e il Covid 19 poi hanno acutizzato.
Sono cresciute povertà e disuguaglianze in un quadro di politiche di bilancio tese al taglio della spesa sociale e al drastico ridimensionamento del sistema pubblico di welfare.
Tale situazione ha ingigantito l’area del rischio e della esclusione abitativa di un ampia fascia di popolazione impoverita a cui è precluso l’accesso al sistema abitativo offerto da canoni di mercato insostenibili.
Tutto ciò nonostante che il patrimonio abitativo esistente sia sufficiente a soddisfare la domanda,anzi sovrabbondante per quantità di vani rispetto alla popolazione, ad un significativo consumo suolo, ma incapace di rispondere alla domanda abitativa che necessita di canoni sostenibili e di alloggi adeguati alle nuove esigenze della società e con forte risparmio energetico.
Anche l’esperienza dell’housing sociale è stat un fallimento.
Ad oggi il maxi fondo cassa depositi e prestiti ha realizzato poco più di 3 mila alloggi a fronte di 17 mila programmati.
Un settore che si rivolge ad una utenza di fascia economica superiore rispetto a quella di ERP. Il target sociale dell’housing , fino a pochi anni fa considerato “fascia grigia” è stato concepito per rispondere a quella categoria di cittadini troppo poveri per poter acquistare un alloggio sul libero mercato e troppo ricchi per partecipare ad un bando per l’assegnazione di una casa popolare.Oggi questa fascia di polazione è in gran parte scivolato nella fascia di povertà incrementando la domanda di edilizia residenziale pubblica a “canone sociale”.
Per questa ragione serve un piano di edilizia ERP , finalizzato ad aumentare l’offerta e promuovere l’inclusione .
Occorre altresì una legge urbanistica di indirizzo nazionale per delineare modelli di governo delle trasformazioni urbane basati su principi di sostenibilità e custodia del territorio , come bene pubblico di trasparenza e partecipazione ai processi decisionali.
La situazione del fabbisogno è leggibile nei seguenti dati :in Liguria :
– sfratti richiesti 2717 (90 per % morosità);
– emessi 3983 ;
– eseguiti 1225 con forza pubblica;
– numero domande ERP in graduatoria 7400 ;
– alloggi ERP 19.500 – sfitti 1846
– quota fondo sostegno affitto anno 2015 (ultimo disponibile) €.3.557.000 per un fabbisogno di €.12.512.000 dato ad oggi sicuramente raddoppiato
Le domande erano state 6887.
L’attuale fondo nazionale di €.60 milioni + €. 9,5 milioni per la morosità incolpevole ha destinato alla nostra regione €.2.159.474 che la giunta ha ripartito ai comuni con recente provvedimento.
Seguirà un prossimo stanziamento previsto nel decreto rilancio per complessivi 160 milioni con previsione per la nostra regione di 5/6 milioni.
Il patrimonio abitativo in Liguria di è circa 750.000 case , di queste 170.000 in affitto (dati su contratti registrati). Alla luce di queste considerazioni formuliamo le seguenti proposte, auspicando un vostro pronunciamento prima del voto e un successivo confronto per darne attuazione:
- Aumentare l’offerta di alloggi ERP, da includere nei processi di rigenerazione urbana che vedano sempre più un ruolo attivo delle ARTE . A tal fine rivedere la L.R. 2007/38 (Organizzazione dell’intervento regionale nel settore abitativo) sostituendo il contributo aggiuntivo di urbanizzazione con la realizzazione di quote di ERP
- Programma di recupero degli alloggi ERP : oltre all’utilizzo dei finanziamenti dedicati, cogliere l’occasione dell’ecobonus 110% , con progetti mirati ed adeguatamente sostenuti ricorrendo anche all’utilizzo di risorse del recovery fund.
- Garantire un cofinanziamento delle risorse a sostegno della locazione (FSA-FMI) ; armonizzare i nuovi criteri emanati dal Governo al fine di consentire un rapido e pieno utilizzo delle risorse disponibili in favore degli inquilini maggiormente bisognosi incentivando la ricontrattazione dei canoni sulla base del principio di evitare il ricorso a cause legali per sfratti per morosità.
- Prevedere una convenzione-tipo regionale per gli interventi di housing sociale che preveda l’applicazione di accordi integrativi sulla base del DM 16 gennaio 2017 e degli accordi territoriali sui canoni e le tipologie di contratto
- Ripensare alla governance delle Aziende Arte, una riforma radicale verso un’unica “Agenzia Pubblica di Welfare” che partecipi attivamente ai processi di sviluppo locale in sinergia con i comuni
- Inserire i quartieri ERP in processi di riqualificazione urbana con particolare attenzione alle periferie
- Data l’esiguità del patrimonio ERP, fermare futuri piani di dismissione se non con piani di integrale sostituzione
- il piano “Programma innovativo Nazionale per la qualità dell’abitare” dotazione di 853,8 milioni 2020/2023 riservato a Regioni e Comuni, così come il Fondo Nazionale per l’efficienza energetica (FNNE) istituito nel 2014
- Recepire la sentenza della corte costituzionale N°44/2020 ed apportare alla legge 10/2004 le dovute modifiche. La Corte ha dichiarato illegittima la norma della Regione Lombardia(simile a quella Ligure) che subordina l’accesso all’ERP al possesso del requisito dei 5 anni di residenza. Così come la recente sentenza del Tribunale di Milano che ha accertato il carattere discriminatorio nel non ammettere l’autocertificazione, ammessa per i cittadini italiani, in merito all’assenza di patrimonio immobiliare nel proprio paese di appartenenza
- Concordare con le Organizzazioni sindacali dell’inquilinato i Comuni assenti dall’elenco CIPE dei Comuni ad Alta tensione abitativa con l’inserimento di una serie importante di realtà territoriali sino ad oggi escluse nella prospettiva di una estensione a tutti i Comuni delle agevolazioni fiscali e di ogni altra provvidenza in materia di locazione e sfratti.
In attesa di un suo cortese riscontro di cui daremo informazione a tutti i nostri iscritti cogliamo occasione per porgerLe distinti saluti.
Il Segretario Generale SUNIA Il Segretaro Generale SICET Il Segretario Generale UNIAT
Franco Bravo Stefano Salvetti Antonio Donati